BREVE STORIA DELLA RAI - RADIO TELEVISIONE ITALIANA
Tratto dal sito: http://www.homolaicus.com/linguaggi/TV1.htm

La TV italiana nasce il 3/01/1954. Inizialmente la TV viene vista solo in Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Umbria e Lazio. Ma già alla fine del ’54 la quota di popolazione servita supera il 48%. Nel ’61 raggiunge il 97% degli italiani.

A differenza degli USA, dove la tv nasce subito nel circuito commerciale, per cui non si paga canone, in Europa diventa invece strumento culturale delle istituzioni pubbliche ( quindi televisione di stato). Non essendoci alternativa di scelta, il potere dell’utente era minimo. Inizialmente i programmi durano quasi 4 ore. La pubblicità non esistente

Nel ’57 si ha una prima svolta: viene introdotta la pubblicità con "Carosello", con questa caratteristica: lo spettacolo prevale sullo spot. In un anno vengono trasmessi 1312 spot (circa 4 al giorno), per una durata di 49 ore (in media 9 minuti al giorno). Dopo "Carosello" bambini e ragazzi vanno a letto.

Negli anni ‘75-76 avviene la svolta: ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare. Nascono le emittenti private, prima radiofoniche, poi televisive.

 
CAROSELLO: la pubblicita'spettacolo

Carosello non era solo un contenitore di messaggi pubblicitari; era uno spettacolo, a cui parteciparono in veste di registi o attori nomi illustri come Age e Scarpelli, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Totò, Erminio Macario, Vittorio Gassman, Dario Fo, Mina e persino Eduardo De Filippo.Rispetto alla pubblicità moderna, la più lampante differenza rimane proprio il tentativo della RAI di integrare le immagini nuove della emergente società dei consumi in un contesto legato alla tradizione nazionale popolare, e quindi rassicurante e a tratti persino pedagogico

Tratto da “il grande libro di Carosello” di Marco Giusti, Sperling & Kupfer Editori.

1957: Il 3 febbraio nasce Carosello. La sigla iniziale, prodotta dalla Incom, è ideata e diretta da Luciano Emmer e Cesare Taurelli. I quadri dei siparietti erano disegnati da Nietta Vespignani, moglie del ittore Renzo Vespignani. Marisa D’Andrea ritiene che il disegno del teatrino era opera del marito, Gianni Polidori (ma Emmer non ricorda), invece Flora Festa stira le tendine. Il tutto venne girato in una notte, visto che si andava in onda la sera dopo. Gli abbonati RAI al 31 dicembre 1956 sono 366.161. Carosello incassa 1.639.302.039 lire. Per la radio, invece, ben 5 miliardi. Tutte le scenette devono essere in bianco e nero e in 35 mm. Le ditte mandano i film in 35 mm alla Sacis, che li unisce in un unico programma e conserva poi un episodio di ogni serie. Carosello va in onda tutti i giorni ad eccezione del Venerdì Santo e del 2 novembre, giorno dei morti. Ogni settimana passano dalle 28 alle 35 scenette. Ogni episodio di Carosello dura 2’ 15” (con al massimo 35” di pubblicità detto anche codino) e costa al suo utente 1.500.000 lire. Ogni sera Carosello presenta 4 episodi. Quattro cicli contrattuali.

1958: La sigla viene modificata; è più corta, le tavole sono diverse e diversa è anche la sigla di chiusura, sempre a cura della Incom. Quattro cicli contrattuali.

1959: Nasce l’ANIPA, Associazione Nazionale Imprese Pubblicità Audiovisiva, l’associazione cioè delle case di produzione. Nascono anche Tic-Tac e Gong, contenitori di telecomunicati di 30” l’uno. I caroselli diventano più lunghi, 2’ 30”. Il codino rimane fermo a 35”. Quattro cicli contrattuali. Ascolto: 6.300.000.

1960: I caroselli ritornano a 2’ 15”, e il codino rimane a 35”. Ogni sera, però, vengono presentati 5 episodi. Quattro cicli contrattuali. Ascolto: 7.300.000.

1961: Il 4 novembre nasce il Secondo Canale della RAI. Arriva anche un nuovo spazio pubblicitario, Arcobaleno. Quattro cicli contrattuali. Ascolto: 7.800.000.

1962: A gennaio la sigla viene cambiata. La Recta Film di Cesare Taurelli e Vittorio Carpignano ne idea una nuova, con disegni eseguiti a tempera da Manfredo Manfredi raffiguranti quattro celebri piazze italiane (Venezia, Siena, Napoli e Roma). Quattro cicli contrattuali. Nasce Intermezzo, programma pubblicitario del Secondo Canale; ogni sera cambia la cornice, sempre animata, affidata alle grandi case di produzione del tempo: Paul Film, Pagot, Gamma Film, ecc. In ogni Intermezzo quattro episodi. Per Carosello quattro cicli contrattuali. Ascolto: 8.300.000.
1963: Ascolto: 8.200.000.

1964: Nasce Girotondo, spazio pubblicitario legato alla Tv dei Ragazzi. Si passa a sei cicli contrattuali. Ascolto: 8.500.000.

1965: Si calcola che l’audience di Carosello sia superiore ai 10 milioni di telespettatori. Sei cicli contrattuali.

1966: Sei cicli contrattuali. Ascolto: 10.400.000.

1967: Sei cicli contrattuali.

1968: Nascono altri due nuovi spazi pubblicitari, Doremi e Break. Le percentuali dei generi di Carosello sono quest’anno: comico-brillanti 52%, animati 37%. Tutto Carosello dura 68 ore, 3’ 45”; pari al 2,8% del totale dei programmi televisivi. Sei cicli contrattuali.

1969: Carosello viene sospeso tre giorni per la strage di Piazza Fontana. Sei cicli contrattuali.

1970: Break si sdoppia e nasce Break 2, trasmesso dal Primo Canale prima del Tg della notte. Sei cicli contrattuali.

1971. Una selezione di Carosello viene presentata il 5 settembre al Museo d’Arte Moderna di New York, per iniziativa della Sipra. Sei cicli contrattuali.

1972: Sei cicli contrattuali.

1973: Ogni carosello dura ormai 2’ 05” (e il codino 30”). Sei cicli contrattuali.

1974: Il 3 gennaio nasce l’ultima versione della sigla, sempre ad opera della Recta Film, disegnata da Manfredo Manfredi. E’ solo più corta, con la musica resa più “moderna” da Marcello De Martino. Ogni carosello dura 1’ 40”. Sei cicli contrattuali.

1975: Riforma della RAI. Sei cicli contrattuali.

1976: Nell’agosto un’indagine del settimanale Epoca ritiene che su 19 milioni di italiani che guardano Carosello, ben 9 sono bambini, e l’80% di questi pretende che i genitori comprino i prodotti reclamizzati. Dal 1968 al 1976 hanno lavorato a Carosello ben 106 case cinematografiche. Solo quest’anno si calcola che il 57% dell’intera produzione filmata italiana è Carosello. Raffaella Carrà viene strapagata con un cachet di 80 milioni per una serie pubblicitaria. Sei cicli contrattuali.

1977: Ogni carosello costa al suo utente 6.800.000 lire. Il 1° gennaio va in onda l’ultimo Carosello. La rubrica viene sostituita da Spazio F.

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